Dissi alla montagna: "Parlami di Dio" e la montagna si accese di colori

12-12-06

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C’era una volta…

 In un inverno freddo e gelato, papà Cristoforo (detto Luigi) e mamma Giulia (detta Teresa) concepirono un figlio; ecco perché gli piaceva il freddo.

Dopo 9 mesi trascorsi quasi tranquillamente nasce Giorgio, secondogenito di una famiglia numerosa; sì, era già numerosa perché a quei tempi si viveva tutti insieme, nonni, genitori, zii, cugini e fratelli.

 

Nato in casa -gli ospedali erano cose da ricchi- non aveva ancora la barba: gli crescerà solo dopo qualche anno; pesava 4 kg circa e dopo la lauta poppata “naturale”, veniva fasciato e messo a dormire. Quante dormite ha fatto da piccolo! “solo da piccolo” direte voi?

 

Il bambino Giorgino (Giurgì in dialetto bresciano), così come lo chiamavano mamma e papà, cresceva forte di fisico, faceva pochi capricci, anche perché era inutile farne tanti: le possibilità economiche d’altronde non permettevano altro che qualche mandarino e qualche noce per Santa Lucia (13 dicembre, è la Santa che porta i doni a bambini buoni). Da subito si manifestò forte soprattutto  nella fede, aiutato dai genitori e dai nonni.

E fu certamente l’esempio di genitori, nonni e zii a fargli  maturare l’idea di “andar prete” per divulgare a sua volta quella fede di cui tutti hanno bisogno.

 

I genitori raccontano alcuni episodi famigliari che vedono Giorgio come protagonista:

 

Sotto la pianta di ciliegie

Quando erano mature le ciliegie, tutti i fratelli andavano sulla pianta a raccoglierle e lui, Giorgio, aspettava che qualcuno gli lasciasse cadere qualche frutto, non solo i noccioli che scartavano, perché tutti sull’albero non si poteva salire e … perché faticare se poi qualche ciliegia arrivava gratuitamente anche a lui?

 

Morso al naso

I giochi in inverno erano esclusivamente fatti in casa al caldo del camino e molte volte capitava di litigare per questo o quel gioco; un giorno Giorgio ebbe la bella pensata di rubare la bambola di pezza della sorella Lucia, la quale appena si rese conto del misfatto, incastrò il malpensante fratello tra il camino e la macchina per cucire, rifilandogli un bel morso al naso: da quel giorno nutrì costantemente un sacro rispetto dei giochi altrui.

 

Acquisto del formaggio

Dopo la messa della domenica, era abitudine fermarsi nel negozio gestito dalle signorine della “Casa della carità” per fare alcune compere per tutta la settimana; Giorgio era andato a servir “Messa prima”, alle 6 del mattino e, incaricato dalla mamma, si era fermato a comprare 2 etti di formaggio da grattugiare. La commessa, pesando il formaggio, gli chiese: “sono 2 etti e 30 grammi, fa lo stesso o la mamma si arrabbierà?”;  Giorgio, sicuro di sé, ribattè: “non si preoccupi, ci penso io”. Arrivato a casa consegnò il pacchettino alla mamma, che, insospettita, chiese spiegazioni: “perché tutte queste briciole e perché il formaggio pesa così poco?” “Eh, sai mamma, siccome era un po’ di più, l’ho mangiato io, non avendo il coltello per tagliarlo ho dovuto romperlo a mano e siccome non avevo la bilancia non potevo sapere quanto mangiarne!”.

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Ultimo aggiornamento: 12-12-06